IL TERRITORIO
Nel comune di Ghemme, la proprietà della società agricola semplice Platinetti Guido si estende per 5 ettari principali a cui si aggiungono l’ettaro coltivato tradizionalmente a maggiorina "del Guido" e 2 ettari e mezzo recentemente acquisiti e impiantati a Nebbiolo.
RONCO MASO
Dei 5 ettari complessivi, ben 3 ettari e mezzo sono ubicati sul Ronco Maso dove si trovano due vigneti, uno più a Sud con viti di età media di oltre 40 anni e l’altro a Nord con viti di 30 anni. Formatosi per il lento scorrere del ghiacciaio del Monte Rosa prima e del Fiume Sesia che vi scorreva al di sotto poi, il Ronco Maso è oggi un terrazzo ciottoloso ricchissimo in ferro, vero e proprio cuore pulsante dell’azienda.
Infatti, grazie all’elevata concentrazione di minerali e all’esigua presenza di sostanza organica in superficie, il terreno del Ronco Maso ha naturalmente indotto le piante di vite a sviluppare le proprie radici sempre più in profondità alla ricerca di sostanze nutritive e apportando in questo modo complessità, mineralità e particolarità uniche ai vini che ne derivano. Inoltre, l’esposizione a Sud-Ovest consente alle piante di ricevere il sole per tutta la giornata e l’orientamento dei filari a ritocchino permette di contenere le scottature sui grappoli nelle ore più calde. Qui il sistema di allevamento adottato è quello del Guyot e l’inerbimento, mantenuto spontaneo da sempre, arricchisce il vigneto di forme di vita e previene in maniera naturale i fenomeni di lisciviazione del terreno.
BARRAGIOLA
A Sud-Est rispetto al paese di Ghemme, la località Barragiola definisce l’altipiano emerso come naturale conseguenza della spinta azionata dal ghiacciaio del Monte Rosa durante la formazione del Ronco Maso. Qui su un’estensione complessiva di 1 ettaro e mezzo l’Azienda Agricola Platinetti Guido possiede 4 distinte zone, impiantate nell’aprile del 1999 tra cui quella da cui arriva il vino Barbera denominato Pieleo dal nome dei figli di Andrea e Stefano, Pietro e Leonardo, nati nello stesso anno.
Nonostante la stessa origine fluvio glaciale caratterizzi la formazione di questa località come quella del Ronco, qui in Barragiola i terreni presentano acciottolato solo negli strati più profondi e una maggiore ricchezza di sostanza organica e argilla negli strati superficiali. Condizioni ottimali per dare vita qui a vini con un’impronta più terrosa e con una maggiore potenza in estratto.
Anche in Barragiola, coerentemente con la filosofia dell’azienda, viene praticato l’inerbimento spontaneo del suolo, mentre diversamente dal Ronco dove le piante spingono per necessità le loro radici negli strati profondi, qui ogni 2 anni viene eseguita una vangatura meccanica del terreno al fine di indurre il medesimo sviluppo della vigna nel sottosuolo e arricchire così i vini di sfumature minerali e complesse.
Nella regione del Ronco Maso, ad un’altitudine compresa tra i 250 e 300 metri,
si trova un quello che potrebbe definirsi il giardino segreto
dove l’Azienda Agricola Platinetti svolge parte della sua attività produttiva.
Il Guido
Il Guido, prozio dell’attuale proprietario recentemente scomparso: un terreno con viti secolari, sulla prima collina affacciata su Ghemme, l’unica rimasta in paese in cui ancora si pratichi la viticultura storica delle colline tra Boca e Maggiora, quella a maggiorina.
Perfezionata da Antonelli agli inizi del ‘900, il sistema della maggiorina rappresenta la messa in pratica nella vita di campagna della passione del grande architetto piemontese per le guglie e per la verticalizzazione. Come piccole moli antonelliane vegetali, le maggiorine prevedevano infatti tre o quattro viti piantate molto vicine al centro di un quadrato e sorrette nella crescita verso i punti cardinali da otto pali di castagno conficcati nel terreno. Un sistema già molto diffuso tra i contadini, ma perfezionato da Antonelli nell’ingegneria dell’impianto al fine di favorirne la resistenza specialmente quando, in prossimità della vendemmia, il peso dei grappoli diventava così importante da minacciare la stabilità dell’intera struttura. Con il tempo però le lavorazioni esclusivamente manuali richieste dal sistema a maggiorina ne decretarono la progressiva scomparsa.
Nonostante la sua veneranda età, le piante di vite del Guido formano oggi un impianto ancora in pieno ritmo produttivo - con rese per ettaro anche superiori ai 60 quintali a seconda dell’annata - grazie proprio alla struttura stessa dell’impianto che crescendo come una sorta di alberello con cordone speronato lungo stimola da una parte lo sviluppo di molte gemme, ma anche l’inspessimento del legno permettendo alla pianta, molto libera, di raggiungere un perfetto equilibrio tra la parte emersa, le radici e la terra.
Una testimonianza dal valore inestimabile, pura archeologia agronomica, cartolina storica di una vita di campagna ormai perduta.
Il Ronco Maso
Il Ronco Maso è un terrazzo fluvio glaciale ciottoloso ferritizzato, formatosi originariamente dal lento scorrere del ghiacciaio del Monte Rosa e successivamente dal fiume Sesia che inizialmente scorreva proprio sotto al Ronco Maso e solo dopo, nel corso di millenni, ha spostato il suo letto verso ovest. La presenza di elevate concentrazioni di minerali, soprattutto di origine ferrosa, e l’esigua presenza di sostanza organica nel terreno sono ideali per le viti le cui radici sono naturalmente obbligate a spingersi verso gli strati profondi alla ricerca di sostanze nutritive e minerali, apportando in questo modo complessità, mineralità e particolarità uniche ai vini che ne derivano.
L’esposizione a sud-ovest consente alle piante di ricevere il sole per tutta la giornata e l’orientamento dei filari a ritocchino permette di contenere le scottature sui grappoli nelle ore più calde. Il sistema di allevamento è a guyot. Viene praticato l’inerbimento spontaneo da circa 30 anni che, oltre ad instaurare un habitat ricco di biodiversità nel vigneto, permette di prevenire fenomeni di lisciviazione del terreno e di lavorare in sicurezza con i mezzi meccanici.
La Baragiola
La località Baragiola si sviluppa sul’altipiano formato dal Ronco Maso, a sud-est rispetto al paese di Ghemme.
Anche se della stessa origine fluvio glaciale del Ronco, i terreni in Baragiola non presentano, se non negli strati profondi, acciottolato e sono mediamente più ricchi in sostanza organica ed argilla.
Ciò conferisce ai vini derivanti da questi suoli un impronta più terrosa e maggiore potenza in estratto. La gestione del suolo consiste in erbimento spontaneo alternato ogni 2 anni da una vangatura meccanica, in modo da indurre le piante di vite a cercare con le proprie radici gli strati più profondi dove il terreno è più ricco di microelementi e sostanze minerali naturali. In Baragiola si trova un vigneto di 0.6 ettari, coltivato a Barbera.
L'appezzamento, che è stato impiantato nell’aprile 1999, è denominato Pieleo, dal nome dei figli di Andrea e Stefano, Pietro e Leonardo, nati nello stesso anno.